mercoledì 4 maggio 2016

Ludwig Wittgenstein: Su ciò' di cui non si può' parlare, si deve tacere".





Wittgenstein. Il suo tragitto teorico e la sua vita, danno luogo a uno dei momenti più salienti e rimarchevoli di tutta la cultura filosofica  e non, del '900, reputando che é stato di sicuro il principale ispiratore di due fra le più importanti tendenze filosofiche del secolo scorso: il neo empirismo, o positivismo logico , da una parte e la filosofia analitica dall'altra. Intelletto ed esistenza, teoria e pragmatica, vanno come spesso si verifica, ad attorcigliarsi con vigore, ma non solo nel senso di una traduzione immediata dell'esperienza nel pensiero e viceversa, quanto nella fattura paradossale di un evento del pensare e di un riflettere su quell'esperienza che recuperano nel linguaggio la forma del loro sincronismo. Più di una volta Ludwig diffidava di potere essere meglio compreso in avvenire, sostenendo che avvertiva di scrivere per persone che avrebbero meditato con un metodo del tutto differente e respirato un clima altro da quello dei suoi contemporanei, e al contrario era risolutamente persuaso che nessuno dei suoi allievi avrebbe mai potuto scervellarsi su qualcosa a cui lui non avesse ancora pensato, meramente, perché  aveva perlustrato innumerevoli volte quelle stesse curve e svolte del ragionamento, in ciò dichiarando romanticamente la grandezza del proprio tormentato ego, in  queste vesti da sacerdote socratico - maieutica.Nel pensieri di Wittgenstein l'atmosfera mistica del silenzio e la sua applicazione alla norma etica occupano un posto di capitale rilevanza. Una segretezza carica di significato. Un tacere che formula l'indicibile:Dio.Quel Deus absconditus che non ostenta il suo volto e la sua dottrina di cui, come dice il filosofo stesso, "Su ciò' di cui non si può' parlare, si deve tacere".  

Nessun commento: