giovedì 5 maggio 2016

Antonioni e lo sviluppo cromatico del Mistero di Oberwald





Un film del grande maestro Michelangelo Antonioni che rappresenta un esercizio filosofico sul colore che riprodotto in maniera elettronica permetteva di affiancare tra di loro vari spazi diversamente sofisticati e perciò svincolati l'uno dall'altro.Qui riproponendo la tipologia ematico - atematico suggerita da Michel Chion parlando del suono, si può dire che l'esercizio del colore come linguaggio riesce a partorire due differenti informazioni. Quando il colore enfatizza la drammaturgia scenica abbiamo il primo caso, mentre quando c'e' un sovrapiú di informazioni sbarchiamo nella seconda delle ipotesi. Il linguaggio digitale é l'espressione del controllo e del comando dell'icona, sogno agognato da ogni forma artistica, ma il colore in qualsivoglia tipo di immagine può essere introdotto in uno spazio di profondità o superficie, prospettando nella prima situazione l'aumento della percezione dello spazio illusorio della narrazione e di conseguenza un grande effetto realistico oppure sviluppando la presenza del regista una dimensione enunciativa. Logico dedurre che il colore posto nello spazio di profondità frutti un effetto di naturale scorrimento del tempo altresì induce una sensazione di epoche', o sospensione, simile a quella di chi osserva un quadro

Nessun commento: